Succo di Tarassaco e Ortica

tarassaco

E’ arrivata la primavera, anche se ormai le stagioni non sono più ben definite. E’ la stagione del rinnovamento, della fioritura e qui da me lungo il percorso a piedi che porta al castello fra i terrazzamenti di olivi ci sono giovani piante di tarassaco e ortica, giusto quello che serve per fare succhi adatti a disintossicare l’organismo.

Il Succo di Tarassaco

Questo succo è uno dei tonici migliori. È utile per con­trastare l’iperacidità e per aiutare a normalizzare l’alcalinità dell’organismo. E fin troppo ricco di potassio, calcio e so­dio, ma è anche il cibo più ricco di magnesio e di ferro.

Il magnesio è essenziale per la solidità dello scheletro e per prevenire la fragilità delle ossa. Una quantità adeguata di magnesio e calcio organici e vitali da| cibo du­rante la gravidanza possono aiutare a prevenitela caduta o la degenerazione dei denti e a garantire solidità e forza alle ossa dei bambini. Il magnesio organico e vitale nella giusta combinazione con il calcio, il ferro e lo zolfo è es­senziale per la formazione di certe parti del sangue.

Questo tipo di magnesio ha grandi poteri rivitaliz­zanti ed è fondamentale nella formazione delle cellule del corpo, soprattutto dei tessuti dei polmoni e del si­stema nervoso. Il magnesio organico e vitale puo essere ottenuto solo da piante fresche e vive e deve essere usato fresco e crudo. Non va confuso con il magico com­merciale, minerale inorganico che interferisce con le ap­propriate funzioni vitali del corpo.

Tutte le preparazioni chimiche a base di magnesio, sia in polvere che nella cosiddetta forma lattea, causano depositi di materia di rifiuto inorganica nell’organismo. Possono dare i risultati cercati in pochissimi tempo, ma tali risultati sono solo temporanei. Gli effetti successivi dei depositi di queste sostanze inorganiche possono ave­re ripercussioni anche devastanti. Preferiamo fendere la strada indicata dai saggi, secondo cui è megli0 essere si­curi ora che dispiaciuti poi.

Il magnesio organico e vitale, quando assunto con succhi di vegetali crudi, è un elemento nutritivo di ine­stimabile valore per l’organismo umano.

Il succo di tarassaco crudo ottenuto dalle foglie e dalle radici e miscelato con succo di carota e di foglie di rapa, aiuta nei disturbi della spina dorsale e delle altre ossa, rende i denti più solidi e forti e aiuta a prevenire la piorrea e le carie.

Il Succo di Ortica

orticaIl succo d’ortica facilita il metabolismo nell’uomo. In parole povere, il succo d’ortica agisce nel nostro corpo come un motore: stimola l’apparato digerente e le funzioni renali, aumenta la diuresi e disintossica.

Grazie a queste sue proprietà, la pianta si è dimostrata molto efficace nel trattamento dei dolori reumatici e si è fatta inoltre un buon nome quale componente essenziale delle cure primaverili, oggi di nuovo di grande attualità. In ef­fetti, non appena si affacciano l’indolenza e la fiacca che accompagnano quella stagione, l’estratto di ortica, combinato con il sedano e il tarassaco (dente di leone o soffione), di­venta assolutamente indispensabile.

Un vecchio farmacista ai tempi del suo apprendistato era stato mandato nel Giardino Inglese di Monaco a raccogliere, per il sovrano, le prime ortiche e i teneri germogli del tarassaco per estrarne subito il succo nella farmacia di corte.

Sul far della primavera, la famiglia reale bavarese, dopo la prima colazione del mattino, aveva l’abitudine di raccogliersi, su espresso desiderio del sovrano, nel salone ove attendeva, rispettoso e deferente, il farmacista di corte che portava due bottiglie: in una c’era del succo di tarassaco estratto di fresco e nell’altra del succo di ortica. A ogni membro della famiglia reale veniva servito un bicchierino pieno di ciascun succo; e poco importava se si schermivano: era tradizione di corte. Il sovrano aveva ordinato questa cura primaverile, e tutto sommato non era il peggiore dei suoi ordini.

Se l’uomo dei tempi passati, guidato dal suo istinto, si rivolgeva ai succhi delle piante appena colte per combattere la depressione psicofisica di primavera, anche oggi noi po­tremmo fare altrettanto, tanto più che abbiamo il vantaggio di essere guidati dalla conoscenza scientifica.

Tre sono i fattori responsabili di questa sensazione di spossatezza:

  1. Il sangue, appesantito da sostanze estranee dovute all’ali­mentazione invernale, alla mancanza di movimento, di ossigeno e vitamine, circola più lentamente; ne risulta una diffusa sensazione di stanchezza.
  2. Una maggiore predisposizione verso le infezioni, dovuta al fatto che le sostanze di difesa sono presenti solo in quantità ridotte.
  3. La rigenerazione generale della natura. Dato che l’uomo è un essere naturale, tale rigenerazione ha luogo anche nel suo organismo. Si rinnova soprattutto il nostro sangue, ma partecipano al rinnovamento anche le altre cellule che sono complessivamente da venti a trenta miliardi. Dopo il rallentamento invernale si entra ora in una fase di aumentata divisione e moltiplicazione delle cellule.

Va da sé che bisogna aiutare l’organismo nel suo enor­me lavoro. Giorni di digiuno e di purghe, tante “cure” di primavera non servono nient’altro che a questo, a disintossicare. I sovrani bavaresi erano nel giusto: il succo d’ortica è necessario perché aumenta il metabolismo basale e attiva ogni funzione organica; il succo di tarassaco perché favo­risce la digestione in modo che le scorie possano lasciare l’organismo più rapidamente. Oggi poi si aggiunge anche il succo di sedano perché stimola tutte le funzioni dei reni fa­cilitando in questo modo l’eliminazione delle scorie per via liquida.

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Il re di Baviera, con la sua predile­zione per il tarassaco, poteva vantare predecessori illustri. In­fatti, circa duemila anni prima di lui, l’imperatore romano Cesare Augusto fu liberato da stasi biliare e depressione con il succo fresco del tarassaco; e il medico personale di Fe­derico il Grande potè migliorare la sua avanzata idropisia proprio con il succo di questa umile erba spontanea.

Fonti:

Sani con succhi di piante

Succhi Freschi di Frutta e Verdura – libro

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opera omnia di Arnold Ehret